Pagine

Programma

ABOLIZIONE DEL CUMULO DI REDDITO TRA CONIUGI PER LE PENSIONI DIRETTE
Non è giusto che le donne ( maggiormente colpite ) dopo una vita di lavoro e di versamenti all’INPS, si ritrovino con la propria pensione decurtata. Le ex-lavoratrici, ora casalinghe, hanno il diritto di percepire tutta la loro pensione INPS! Paradossalmente, si pensi che, se si separassero riscuoterebbero la loro pensione interamente alla faccia della tanto sbandierata tutela della famiglia!

PENSIONE DI REVERSIBILITA’ IN MISURA DEL 100% E NON DELL’ ATTUALE 60% DELLA PENSIONE DEL CONIUGE DEFUNTO
La pensione di reversibilità, che percepiscono i vedovi e le vedove, deve essere pari al 100% della pensione goduta dal defunto. Egli infatti in vita ha versato i contributi necessari per farsi una pensione. Dare l’attuale 60% è un furto! Perché se uno muore lo Stato ci deve guadagnare?

RIMBORSO DEI CONTRIBUTI PER CHI NON ARRIVA ALL’ETA’ DI PENSIONE
Chiediamo che l’INPS rimborsi il denaro inutilmente versato in contribuzione obbligatoria o volontaria a tutti coloro che siano stati costretti o abbiano deciso di interrompere il versamento dei contributi. Questo oggi non avviene, garantendo allo Stato / INPS di trattenersi indebitamente il denaro frutto del lavoro di molti lavoratori.

DARE AI LAVORATORI POSSIBILITA’ di TRATTENERE I PROPRI CONTRIBUTI IN BUSTA PAGA
Secondo il Governo,  dovremmo continuare a pagare i contributi all’INPS e cominciare a pagare anche una assicurazione privata per garantirci una pensione integrativa. Questo significherebbe pagare 2 volte per ottenere in età di pensione ciò che potremmo avere già da oggi. Che ci diano in busta paga i nostri soldi, subito!, cosicché ognuno ne faccia l’utilizzo che ritiene più opportuno. Per lo meno se li avremo spesi da qui all’età pensionabile lo avremo fatto per noi stessi e la nostra famiglia; e saremo sicuri che i nostri soldi non saranno andati a finire nel calderone senza fondo dell’INPS o, peggio, fatti sparire tra sprechi e ruberie.

CAMBIARE LA LEGGE SULLA TOTALIZZAZIONE
La totalizzazione permette a quanti hanno posizioni contributive in più casse pensionistiche,  ma non maturano in nessuna di esse i requisiti alla pensione, di riunire gratuitamente questi contributi e ottenere il trattamento pensionistico senza dover ricorrere alla ricongiunzione legge 29/79 in molti casi piuttosto onerosa. Di recente, con il decreto legislativo 42/2006, è stato stabilito che ogni periodo contributivo da totalizzare deve essere almeno di 6 anni. Chiediamo che questa condizione sia cancellata per permettere ai lavoratori con carriera discontinua di vedersi riconosciuti tutti i contributi versati.

UNA GIUSTA RIVALUTAZIONE ANNUA DI TUTTE LE PENSIONI, IN BASE AL VERO AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA
Chiediamo questo in applicazione ai vigenti principi della nostra Costituzione:
•a)Revisione dei sistemi di formazione e calcolo dell’indice ISTAT relativo (attualmente irrealistico).
•b)Rivalutazione piena (al 100%) di tutte le fasce di pensione (attualmente sono rivalutate al 100% solo le pensioni fino a € 900,00 mensili netti).

GRADUALE EQUIPARAZIONE DELLE REGOLE DI PENSIONAMENTO PUBBLICO/PRIVATO, (INPS/ENPDAP)
Chiediamo che nell’erogare pensioni corrispondenti ai contributi effettivamente versati, le regole siano uguali per tutti, impiegati pubblici e privati, politici compresi.

REVISIONE DEL SISTEMA PENSIONISTICO
Una revisione del sistema pensionistico che salvaguardi di più i versamenti contributivi dei lavoratori e che separi la “PREVIDENZA” dalla “ASSISTENZA” da porsi quest’ultima a carico di tutte le parti sociali in base alla loro potenzialità reddituale.

ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO

DARE UN CONTRIBUTO ALLE FAMIGLIE CHE ASSISTONO ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
Proponiamo che venga dato un contributo finanziario adeguato a quelle famiglie che decidono di accollarsi la cura dei propri anziani non autosufficienti. Che venga quindi finalmente risarcito lo sforzo di tutti coloro che generosamente non delegano la cura della salute dei propri cari. In tal modo si favorirebbe la permanenza dell’anziano non autosufficiente nella propria abitazione, evitandogli il trauma del ricovero in case di riposo. La ospedalizzazione dell’anziano, del resto, costa allo stato oltre 2500 euro al mese.  Elargendo un sussidio anche inferiore alle famiglie interessate, si otterrebbe il ritorno od il mantenimento a casa di numerosi anziani, nonché un notevole risparmio per la collettività.

CASE DI RIPOSO DIGNITOSE ED IN NUMERO SUFFICIENTE
I sempre più numerosi anziani non autosufficienti devono, se inevitabile, avere la garanzia del ricovero in strutture serie, dignitose e rispettose dell’essere umano. Inoltre, tali strutture devono essere costruite in numero sufficiente così da evitare l’attuale interminabile attesa per il ricovero.

BASTA CON I TEMPI DI ATTESA VERGOGNOSAMENTE LUNGHI PER VISITE ED ESAMI OSPEDALIERI
E’ impensabile che all’alba del terzo millennio il sistema sanitario nazionale non sia in grado di garantire servizi efficienti. Ne va della salute delle persone! Con tutto quello che si paga, tra tasse, contributi, imposte e nuovi balzelli, è scandaloso dover essere costretti ad aspettare settimane o addirittura mesi per una visita specialistica o per esami ospedalieri.