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RIVALUTAZIONE ISTAT SU PENSIONI - RICORSI ALLA CORTE EUROPEA


Informiamo che a seguito delle sentenze della Corte costituzionale 70/2015 e 250/2017, relative al blocco della perequazione automatica delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, il Partito Pensionati ha predisposto con i propri legali i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Siamo in attesa quindi delle decisioni della Corte Europea in merito. Per informazioni scrivere a segreteria@partitopensionati.it








lunedì 17 marzo 2014

Manovra Renzi. Decisionismo inutile, destinato ad aumentare il malcontento.

La Manovra “Renzi” che dovrebbe dare una scossa al Paese,  porterà nelle tasche di 10 milioni di lavoratori  dipendenti   con un reddito fino a 1.500 euro al mese, se tutto va bene, circa 80 euro  al mese, derivanti dal taglio dell’Irpef, ma per altri milioni di italiani, nulla. Il nostro Paese sta attraversando un momento terribile ed 80 euro rappresentano, in sintesi, un rinnovo contrattuale. Un provvedimento, pensato per  rilanciare i consumi e che rischia di trasformarsi  in  una sorta di guerra fra poveri. Milioni di pensionati, tantissimi con una pensione da fame, i lavoratori autonomi, i  disoccupati, in sintesi , quelli che forse hanno più bisogno di un aiuto, vengono esclusi da questo provvedimento. In questo Paese, a giudizio del Partito Pensionati - vi è una terribile emergenza sociale ed a nulla servono le parole d’ordine, scandite  con militaresco decisionismo, necessitano, invece, interventi concreti che rilancino l’occupazione. Povertà  e lavoro, sono le due emergenze del nostro Paese ed è su questi temi che si  deve misurare la sfida  di Renzi . Una disoccupazione  che sfiora il 13%   e quella giovanile, circa il 43%, sono una palla al piede  per qualsiasi Paese, per qualsiasi Governo. Il Partito Pensionati ritiene che creare occupazione, far  crescere la fiducia nel futuro del nostro Paese, creare una situazione  di  bilanciamento e di giustizia, fra le tante   anime  del popolo  italiano, sono condizioni indispensabili per evitare che l’Italia viva l’esperienza greca. Certo, le ricorrenti voci su una patrimoniale, sul taglio di pensioni  da 2.500 o 3.000 euro lorde, generano paura e sfiducia, elementi che, certamente, non aiutano la ripresa. Non servono atteggiamenti populistici, è necessario essere  concreti. Ben vengano 80 euro al mese, nelle tasche di dieci milioni di italiani, ma è necessario  dare, anche e soprattutto,  urgenti risposte, a chi è alla fame  e che 1.500 euro al mese, le sogna. Una misura forte - secondo il Partito Pensionati - sarebbe il dimezzamento delle tasse, Europa permettendo, il dimezzamento degli stipendi per i dipendenti del Quirinale, Senato, Camera  ecc. ed una forte lotta agli sprechi.