Carlo FATUZZO risponde in diretta alle vostre domande
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RIVALUTAZIONE ISTAT SU PENSIONI - RICORSI ALLA CORTE EUROPEA


Informiamo che a seguito delle sentenze della Corte costituzionale 70/2015 e 250/2017, relative al blocco della perequazione automatica delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, il Partito Pensionati ha predisposto con i propri legali i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Siamo in attesa quindi delle decisioni della Corte Europea in merito. Per informazioni scrivere a segreteria@partitopensionati.it








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martedì 7 ottobre 2014

TFR in busta paga ? Fatuzzo (Partito Pensionati), è profondamente sbagliato.


Sarebbe un enorme danno per imprese e lavoratori, inserire il TFR in busta paga. Verrebbe meno una importante risorsa che al termine del rapporto di lavoro, per pensionamento o altro, potrebbe servire per affrontare le situazioni più diverse! – così ha dichiarato il segretario nazionale del Partito Pensionati, Carlo Faruzzo.
Inserire il TFR in busta paga, inoltre, farebbe diventare questo, parte integrale dello stipendio mensile, con l’applicazione delle relative ritenute fiscali,impoverendo, di fatto, questa risorsa. Se il Governo ritiene che questa soluzione, su base volontaria o meno, potrebbe creare maggiore disponibilità economica e quindi maggiori consumi, – ha rimarcato Fatuzzo – sbaglia: non è questa la strada per rimettere in moto l’economia.
Non serve la fantasia – ha concluso il leader del Partito Pensionati – ma iniziative concrete, come l’abbattimento della pressione fiscale ed un aiuto alla piccola e media impresa. Solo rilanciando l’economia e creando occupazione, il nostro Paese può uscire dal tunnel in cui si trova!

mercoledì 6 agosto 2014

LAVORO: prima gli italiani!

“Rispetto per le speranze di tutti, ma vengono prima gli italiani”.
Questa affermazione di principio indigna e fa andare su tutte le furie alcuni settori politici del nostro Paese.
Cosa c’è da indignarsi , di fronte ad un’affermazione ovvia e di assoluto buon senso?
La disoccupazione è un vero dramma per il nostro Paese: la percentuale dei disoccupati supera di gran lunga, il 12% , la disoccupazione giovanile ha sfondato il tetto del 40% , vi sono da considerare, poi, coloro che, rassegnati ed avviliti, un posto di lavoro non lo cercato neppure più. I nostri giovani, hanno ripreso la via dell’emigrazione , che fu dei loro nonni e che si pensava non dovesse più
riproporsi. Ogni giorno chiudono attività industriali, commerciali, artigianali, agricole ecc. le file dei senza lavoro si ingrossano: un vero e proprio dramma. In sintesi, il lavoro non c’è neppure per gli italiani.
Qualcuno si scandalizza perché in tanti, oramai, hanno capito che è indispensabile, in materia di lavoro, che gli italiani abbiano la precedenza.
Dov’è lo scandalo? Lo scandalo e la vergogna è nell’attività di individui che, approfittando dello stato di bisogno di tanti immigrati, fra cui un numero considerevole di clandestini, ne sfruttano il lavoro, con paghe da fame.
Gli italiani non possono lavorare per pochi spiccioli al giorno ed allora si creano i presupposti per un
a guerra fra poveri.
Combattere lo sfruttamento e garantire regole certe e legali per l’assunzione, garantendo il lavoro, prima agli italiani e poi ai nuovi venuti: chiedere questo sembra giusto e normale, anche in considerazione del fatto che per generazioni, gli italiani hanno pagato le tasse, hanno sofferto guerre, conosciuto la dura via della regolare emigrazione, nel rispetto delle leggi, hanno contribuito a far risorgere l’Italia, dalle macerie.
Bergamo, 5.8.2014
Il Segretario Nazionale
Carlo Fatuzzo

venerdì 4 aprile 2014

Povertà e lavoro: emergenze italiane.

Nonostante l’ottimismo del Presidente del Consiglio Renzi, le cose, per il nostro Paese, non vanno affatto nel migliore dei modi. I problemi sono tanti, ma i problemi dei problemi, sono la povertà ed il lavoro. La fascia della povertà, si allarga sempre di più e riguarda, oramai, alcuni milioni di italiani ed a questo va aggiunto, il dramma di una disoccupazione dilagante, che sta mettendo in ginocchio milioni di italiani. La disoccupazione ha raggiunto il 13%, un record storico e quella giovanile, ha superato il 42%. Un vero e proprio dramma. Famiglie con bambini, che finiscono per strada, tanti perdono la casa perché non possono più pagare mutui ed affitti. In questo quadro drammatico e desolante, è ripresa l’emigrazione: sono oramai tanti, troppi, i nostri giovani, che emigrano, in ogni parte del mondo, alla ricerca di un lavoro, di un futuro, che l’Italia sembra non poter più garantire. La nostra classe politica è impegnata, allo stremo, nel dibattito, sulla nuova legge elettorale, a spaccare il capello in quattro, su dotti discussioni costituzionali, ma c’è da chiedersi: cosa fa per il lavoro, per combattere la miseria, per garantire un futuro ai nostri giovani: NULLA !!!! Forse abbiamo una classe politica troppo impegnata nei salotti televisivi e nello sport del “bla, bla, bla”, mentre la gente non ce la fa più. Giungono dal Paese segnali di scollamento, in vaste aree del territorio nazionale, sta crescendo il rimpianto per un’Italia pre-unitaria, che non c’è più e che si ammanta di romanticismo: sta crescendo il mito dei Borbone al Sud, dell’Austria nel nord-est ecc.: sono fenomeni questi, che rappresentano uno stato di disagio, per tanti, di disperazione, che porta ad enfatizzare ed a rimpiangere ciò che non c’è più, non da ieri, ma di oltre 150/200 anni fa e che forse non era meglio dell’Italia di oggi. Su questo bisogna riflettere, per comprendere appieno la crisi in cui si trova l’Italia. E’ necessario un impegno forte del Governo, per creare lavoro e l’unica strada è quella di riuscire ad avviare una ripresa economica, che porti l’Italia fuori dal tunnel. E’ indispensabile ridurre le tasse, di ridurle seriamente e pesantemente: solo così potremo attrarre capitali e rilanciare i prodotti italiani, sui mercati di tutto il mondo.

SEGRETARIO NAZIONALE
Carlo Fatuzzo

giovedì 13 marzo 2014

LAVORO. Gli italiani sono disposti a fare qualsiasi lavoro, non sono schizzinosi!

Larga eco ha avuto su quasi tutti gli organi di informazione, la notizia di un corso per badanti, per il quale vi erano state oltre 500 domande di partecipazione, a fronte di poco più di cento posti disponibili. A suscitare interesse è stata l’altissima percentuale di cittadini italiani, uomini e donne, fra i 500 che avevano presentato domanda di partecipazione. Meraviglia, sconcerto? «La realtà vera - è stato il commento del segretario nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo – è che tantissimi italiani, fra cui anche tanti giovani, sono alla disperata ricerca di un lavoro ed è una “leggenda metropolitana”, quella che descrive gli italiani, non interessati a determinati lavori. Forse gli italiani vogliono lavorare in regola ed avere una paga in linea con i contratti di categoria: in sintesi, vogliono lavorare in un quadro di diritti e di doveri molto chiari, non vogliono essere sfruttati. Il nostro Paese, sta attraversando una crisi tremenda, la disoccupazione si attesta attorno al 13%, mentre quella giovanile è di circa il 43% . Percentuali allarmanti che diventano drammatiche, se riferite alle sole regioni meridionali del Paese.
C’è da chiedersi cosa viene fatto dal Governo, per tutelare il diritto al lavoro, di milioni di italiani, né pensionati,né lavoratori, che sono alla disperazione.
C’è una lunga,quasi quotidiana , cadenza di suicidi da “NON lavoro”, gesti di disperazione che tanno segnando questo drammatico momento della storia del nostro Paese. Il lavoro deve essere al centro dell’attività di ogni Governo e questo non si crea facendo “teatrino” o intonando canzoncine di circostanza, ma rendendo competitive le nostre aziende, dimezzando, ad esempio, l’imposizione fiscale». (Luigi Ferone)

venerdì 31 gennaio 2014

Electrolux. Ma l'Italia non è la Polonia. No ad una manovra "Lacrime e sangue", sulla pelle dei lavoratori.

La vicenda Electrolux rischia di provocare uno sconquasso, nel tessuto sociale dei territori dove gli stabilimenti industriali del colosso svedese,sono insediati ed in primo luogo quello di  Porcia ,in provincia di Pordenone, fortemente a rischio chiusura, con i suoi 1.100 dipendenti. L’azienda punta sull’abbattimento del costo del lavoro e  quindi delle retribuzioni. A questo proposito, vi è il balletto delle cifre fra sindacati ed Azienda. In sintesi  le proposte “lacrime e sangue” dell’Electrolux, punterebbero  ad una riduzione del salario, di tre euro l’ora, oltre al congelamento, per un triennio, degli incrementi contrattuali  e degli scatti di anzianità. Si vorrebbe portare la Polonia in Italia?  Il costo del lavoro in Polonia è estremamente più basso che  in Italia e  l ‘obiettivo dell’abbattimento del costo del lavoro, dovrebbe essere raggiunto, proprio per essere competitivi . L’Italia non è la Polonia ed il costo della vita  è elevato ed i modesti stipendi dei lavoratori italiani, costringono  questi a molti sacrifici ed una decurtazione  delle paghe , al di la del “balletto” delle  cifre, fra sindacato ed Azienda,  porterebbe le famiglie alla povertà. A questo scenario, va aggiunto che,comunque, l’inflazione aumenta  e, di conseguenza, questi lavoratori, diventerebbero sempre più poveri. A giudizio del  Partito Pensionati, è il Governo che, in questa circostanza,  deve fare la sua  parte, anche con provvedimenti di sostegno mirati, nel rispetto delle norme europee  in materia di aiuti, per evitare che  sul territorio, si creino  sacche, non riassorbibili, di disoccupazione. La delocalizzazione  è un problema che va affrontato  con la massima urgenza, dal momento che una situazione occupazionale  preoccupante, rischia di diventare incontenibile  ed ingestibile, con conseguenze incalcolabili  ed imprevedibili, sul tessuto sociale. Certo, è vero, il nostro costo del lavoro è alto, per tasse de balzelli  che appesantiscono i costi, danneggiando gli stessi lavoratori  ed i nostri prodotti trovano, proprio per questo, difficoltà  ad essere collocati sul mercato. La  tassazione, in generale, poi, è fra le più alte d’Europa. Altri Paesi, anche europei, offrono alle imprese, condizioni  molto più favorevoli:  una tassazione bassissima, costo del lavoro enormemente più ridotto, una burocrazia  dinamica e non asfissiante. In Italia sembra che la principale  occupazione del Governo di turno, sia quella di creare  sempre più strane sigle, per  introdurre sempre più odiose tasse. In questa situazione, i nostri prodotti, sono in grave difficoltà nell’affrontare i mercati.  La vicenda Electrolux  è figlia di questa situazione  e bisogna avere il coraggio di dire che se non si tagliano le tasse e non si  rende più snello il rapporto burocratico fra  Istituzioni ed imprese,  la vicenda Electrolux, è destinarsi a riproporsi, per tante altre aziende.

giovedì 2 febbraio 2012

LAVORO. FATUZZO (PARTITO PENSIONATI), È IL PRECARIATO IL NEMICO DA COMBATTERE.

Non siamo affatto d’accordo con il Presidente Monti, il posto di lavoro stabile non è monotono ma dà garanzie per il futuro e certezze per il presente. – ha dichiarato il Segretario Nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo – È il precariato che crea nevrosi, insicurezza e mortificazione.
Il Governo dovrebbe operare per dare stabilità ai tantissimi che, anche in età non più giovanissima, sono ancora precari, costretti a privarsi del diritto a progettare il loro futuro, a crearsi una famiglia, ad accedere ad un mutuo e quant’altro. – ha rimarcato Fatuzzo – È il precariato il nemico del diritto, della dignità e della civiltà. 

martedì 31 gennaio 2012

FATUZZO (PARTITO PENSIONATI): AUMENTA LA DISOCCUPAZIONE MA NON BASTA PREOCCUPARSI, BISOGNA AGIRE.

Fa bene il Ministro Fornero ad essere preoccupata dell’eccessivo tasso di disoccupazione. – ha dichiarato il Segretario Nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo – Un Paese che raggiunge l’8,9% di disoccupazione, e per quanto riguarda i giovani si raggiunge addirittura il 31%, veramente deve preoccupare e non sembra che le politiche sino ad oggi messe in campo dal Governo Monti abbiano affrontato questo problema, che è un dramma per milioni di italiani e di tantissimi giovani che hanno ripreso il cammino verso l’emigrazione conosciuta dai loro padri e dai loro nonni.