Il “reddito di inclusione”, in sintesi, può rappresentare un utile strumento, per affrontare delle emergenze, come quelle che stiamo vivendo, ma certamente non può essere la soluzione radicale al problema – così ha dichiarato il vicesegretario nazionale del Partito Pensionati, Luigi Ferone - Certo deve far riflettere il dato relative al numero delle persone, in povertà assoluta, nel nostro Paese che dal 2007 ad oggi, cioè , da quando è iniziata la crisi, sono aumentate del 155%, passando dal milione ed 800 del 2007, ai 4 milioni e seicentomila attuali. Un dato drammatico ed allarmante, una fotografia di una situazione che diventa sempre più grave. Le situazioni di povertà estrema e quelle di disagio economico e sociale ,aumentano a dismisura e questo deve preoccupare. Non ci si può girare dall’altra parte – sottolinea Ferone - di fronte al perdurare di una crisi che colpisce in maniera pesantissima, chi è già in difficoltà e coinvolge, sempre nuovi cittadini, in questa spirale di povertà e di miseria , sempre più grave ed insopportabile .Il Partito Pensionati ritiene che a questa situazione, il Governo dovrebbe rispondere con iniziative tese a rilanciare l’economia e con essa, la produzione e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Il lavoro dovrebbe essere la risposta più concreta, vera ed opportuna – conclude Ferone - ad una situazione sociale , a tratti, drammatica, ma in attesa che ciò si concretizzi, servono risposte immediate che servano a fronteggiare l’emergenza ed una di queste può essere, appunto , il “Reddito d’inclusione”. Appare chiaro che un Paese come l’Italia, con una disoccupazione all’11,9 e quella giovanile, al 39,4 ha un gravissimo problema da risolvere: la mancanza di lavoro
L’addetto Stampa
Domenico Marturano