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RIVALUTAZIONE ISTAT SU PENSIONI - RICORSI ALLA CORTE EUROPEA


Informiamo che a seguito delle sentenze della Corte costituzionale 70/2015 e 250/2017, relative al blocco della perequazione automatica delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, il Partito Pensionati ha predisposto con i propri legali i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Siamo in attesa quindi delle decisioni della Corte Europea in merito. Per informazioni scrivere a segreteria@partitopensionati.it








venerdì 31 gennaio 2014

Electrolux. Ma l'Italia non è la Polonia. No ad una manovra "Lacrime e sangue", sulla pelle dei lavoratori.

La vicenda Electrolux rischia di provocare uno sconquasso, nel tessuto sociale dei territori dove gli stabilimenti industriali del colosso svedese,sono insediati ed in primo luogo quello di  Porcia ,in provincia di Pordenone, fortemente a rischio chiusura, con i suoi 1.100 dipendenti. L’azienda punta sull’abbattimento del costo del lavoro e  quindi delle retribuzioni. A questo proposito, vi è il balletto delle cifre fra sindacati ed Azienda. In sintesi  le proposte “lacrime e sangue” dell’Electrolux, punterebbero  ad una riduzione del salario, di tre euro l’ora, oltre al congelamento, per un triennio, degli incrementi contrattuali  e degli scatti di anzianità. Si vorrebbe portare la Polonia in Italia?  Il costo del lavoro in Polonia è estremamente più basso che  in Italia e  l ‘obiettivo dell’abbattimento del costo del lavoro, dovrebbe essere raggiunto, proprio per essere competitivi . L’Italia non è la Polonia ed il costo della vita  è elevato ed i modesti stipendi dei lavoratori italiani, costringono  questi a molti sacrifici ed una decurtazione  delle paghe , al di la del “balletto” delle  cifre, fra sindacato ed Azienda,  porterebbe le famiglie alla povertà. A questo scenario, va aggiunto che,comunque, l’inflazione aumenta  e, di conseguenza, questi lavoratori, diventerebbero sempre più poveri. A giudizio del  Partito Pensionati, è il Governo che, in questa circostanza,  deve fare la sua  parte, anche con provvedimenti di sostegno mirati, nel rispetto delle norme europee  in materia di aiuti, per evitare che  sul territorio, si creino  sacche, non riassorbibili, di disoccupazione. La delocalizzazione  è un problema che va affrontato  con la massima urgenza, dal momento che una situazione occupazionale  preoccupante, rischia di diventare incontenibile  ed ingestibile, con conseguenze incalcolabili  ed imprevedibili, sul tessuto sociale. Certo, è vero, il nostro costo del lavoro è alto, per tasse de balzelli  che appesantiscono i costi, danneggiando gli stessi lavoratori  ed i nostri prodotti trovano, proprio per questo, difficoltà  ad essere collocati sul mercato. La  tassazione, in generale, poi, è fra le più alte d’Europa. Altri Paesi, anche europei, offrono alle imprese, condizioni  molto più favorevoli:  una tassazione bassissima, costo del lavoro enormemente più ridotto, una burocrazia  dinamica e non asfissiante. In Italia sembra che la principale  occupazione del Governo di turno, sia quella di creare  sempre più strane sigle, per  introdurre sempre più odiose tasse. In questa situazione, i nostri prodotti, sono in grave difficoltà nell’affrontare i mercati.  La vicenda Electrolux  è figlia di questa situazione  e bisogna avere il coraggio di dire che se non si tagliano le tasse e non si  rende più snello il rapporto burocratico fra  Istituzioni ed imprese,  la vicenda Electrolux, è destinarsi a riproporsi, per tante altre aziende.