Gli oramai famosi 80 euro, strombazzati i tutte le salse ed in ogni occasione, dal Presidente Renzi, trovano nuova vita e nuova occasione di dibattito, dopo che il Presidente del Consiglio ha annunciato l’attribuzione di tale “bonus” alle neo-mamme, per i primi tre anni. Potranno usufruire di tale provvedimento coloro che hanno un reddito sino a 90.000 euro . Avranno diritto a tale bonus anche gli extracomunitari, sempre con il reddito massimo fissato in 90.000 euro, in possesso della carta di soggiorno rilasciata agli stranieri residenti in Italia, da almeno 5 anni.
«C’è da chiedersi – ha dichiarato il segretario nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo - se vi saranno fondi sufficienti per coprire i costi di tale operazione. Non si comprende poi il perché, tale bonus dovrebbe essere dato a chi percepisce redditi molto elevati, com’è il tetto dei 90.000 euro. C’è da sottolineare che le donne straniere hanno un tasso di natalità pari a circa il doppio di quelle italiane. Il “bonus” dovrebbe essere finanziato con i 500 milioni destinati dalla legge di stabilità alle famiglie. Certo l’annuncio, in se stesso, è da applausi ma, riflettendo ed analizzando bene l’iniziativa, ci si renderà conto che i problemi delle famiglie con figli non si risolvono con il “bonus”, presumibilmente, soggetto a tassazione e vengono in evidenza tutti i suoi limiti ed incongruenze. Se si vogliono aiutare veramente le mamme, si garantiscano asili e tutti i servizi, sanità inclusa, che riguardano i bambini e si abbandoni la strada dei “bonus” che a giudizio del Partito Pensionati - ha rimarcato Fatuzzo – non risolvono nulla e non contribuiscono neppure ad aumentare i consumi. Il Partito Pensionati – ha concluso Fatuzzo – ritiene assurdo ed ingiusto che nella prima attribuzione degli 80 euro, siano stati esclusi i pensionati, e c’è da augurarsi che anche per loro vi sia un analogo annuncio, magari a “reti unificate”, da parte del Presidente Renzi: sarebbe una iniziativa di elementare giustizia».
L’addetto stampa
Luigi Ferone